Il re d'inverno. Nuova edizione integrale by Bernard Cornwell

Il re d'inverno. Nuova edizione integrale by Bernard Cornwell

autore:Bernard Cornwell [Cornwell, Bernard]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: ebook
editore: Longanesi
pubblicato: 2024-02-19T23:00:00+00:00


9

Ho sentito dire che nessuna città, neppure Roma o Gerusalemme, era bella come l’Isola di Trebes, e forse è vero, perché, pur non avendo visto le altre, ho visto Trebes, ed era incredibile, una città delle meraviglie, il posto più bello dove sia mai stato.

Era costruita su una ripida isola di granito, posta in una baia ampia e poco profonda che poteva essere percossa dal vento e dalle onde, all’interno della città, però, regnava sempre la calma. In estate, la baia era oppressa dall’afa, ma nella capitale del Benoic faceva sempre fresco. Ginevra avrebbe amato l’Isola di Trebes, perché laggiù tutti gli oggetti antichi venivano ritenuti preziosi e a nulla di sgraziato si permetteva di macchiare la sua bellezza.

I romani erano passati anche dall’Isola di Trebes, naturalmente, ma non l’avevano mai fortificata e si erano limitati a costruire due ville sulla sua vetta. Le ville erano ancora lassù: re Ban e la regina Elaine le avevano unite e avevano ulteriormente ampliato la costruzione saccheggiando gli edifici romani della terraferma per procurarsi colonne e piedistalli, statue e mosaici. Allora la cima dell’Isola aveva per corona un palazzo arioso, pieno di luce, con tende di lino che si gonfiavano a ogni soffio di vento che si levava dal mare scintillante.

Il modo più agevole per raggiungere l’Isola era via mare, ma c’era anche una sorta di strada che con l’alta marea veniva ricoperta dall’acqua e con la bassa marea diventava pericolosa a causa delle sabbie mobili. La posizione della strada era indicata da paletti e corde, ma l’alta marea li portava via e soltanto un pazzo avrebbe osato percorrerla senza una guida locale che segnalasse le sabbie mobili e i punti franati.

Con la bassa marea, l’Isola di Trebes emergeva dal mare e si alzava in mezzo a una grande distesa di sabbia interrotta da pozze e canali; con l’alta marea, quando il vento soffiava da occidente, la città sembrava un enorme vascello che si faceva strada senza paura fra le onde.

Sotto il palazzo c’erano tanti edifici più piccoli, abbarbicati come nidi di uccelli marini ai ripidi pendii di granito. Erano templi, botteghe, chiese e abitazioni, tutti imbiancati con la calce, tutti di pietra, tutti decorati con le sculture e i fregi che Ban non aveva giudicato abbastanza belli per il suo palazzo, e tutti affacciati sulla strada lastricata che saliva, con un’infinità di gradini, fino al palazzo.

Sul lato a levante dell’Isola c’era un piccolo molo di pietra dove si poteva ormeggiare una barca, ma l’attracco era agevole solo quando c’era bonaccia e per questo le nostre navi ci avevano sbarcato a ovest dell’Isola, a un giorno di cammino. Dietro al molo c’era un piccolo porto, poco più di una vasca protetta da muri di sabbia. Con la bassa marea il porto era isolato dal mare, e con l’alta, se il vento proveniva da nord, non offriva alcuna protezione.

Tutt’intorno alla base dell’Isola, tolti i punti dove il granito scendeva a strapiombo, un muro di pietre cercava di tenere a bada il mondo esterno. Fuori



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